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Ripensare la laicità non significa disconoscere il ruolo fondamentale che la separazione tra istituzioni pubbliche e fedi religiose ha avuto nella storia dell'Occidente, ma fare i conti con un contesto in cui sta mutando il rapporto tra religione e politica. Il nuovo protagonismo pubblico delle chiese e il pluralismo culturale, che caratterizzano la società contemporanea, chiedono una maggiore attenzione critica nei confronti dei modelli teorici e delle attuazioni pratiche che sono state messe in campo per legittimare lo Stato e la sua neutralità nei confronti delle convinzioni morali e religiose dei cittadini. In tale contesto, la difesa della laicità deve continuare a salvaguardare la sfera pubblica dalle ingerenze delle religioni o deve piuttosto pensare a nuove modalità che permettano un uguale rispetto verso le convinzioni secolari e le credenze religiose? Concedere un ruolo politico maggiore alle fedi non rischia però di intaccare alcuni principi irrinunciabili della modernità e di vanificare le conquiste proprie delle società secolari?